“IL BASTIONE” UN RISTORANTE DAI SAPORI ANTICHI
Il Bastione: il più rinomato tra i ristoranti di pesce sui colli Euganei a Padova
Il ristorante Il Bastione è una realtà dedicata alla cucina tradizionale del territorio veneto, con moltissime varietà di piatti, tra cui anche il pesce.
Come tutti sanno, il pesce è uno dei cibi più pregiati e delicati che esistono, e proprio per questo motivo bisogna mangiarlo solamente in quei posti in cui la qualità e la freschezza delle materie prime è garantita.
Lo staff del ristorante Il Bastione si pone una vera e propria missione: quella di fornire a tutti gli avventori solamente piatti realizzati utilizzando ingredienti freschissimi e di alta qualità, motivo per cui acquistiamo pesce appena pescato ogni giorno, rivolgendoci solamente a fornitori di fiducia.
La Cucina del ristorante di Pesce sui colli Euganei
Nelle cucine dei ristoranti di pesce sui colli Euganei a Padova, gli chef possono mettere in gioco tutta la loro fantasia e creatività, dando vita a preparazioni spettacolari basate sul pescato del giorno: nel nostro menù troverai sempre piatti nuovi e freschissimi.
L’unica cosa che rimane invariata all’interno della nostra proposta è il sapore insostituibile di tradizione e freschezza di ogni nostra pietanza, che realizziamo con amore e passione, due ingredienti imprescindibili per regalare un’esperienza senza pari alla nostra clientela.
Il nostro staff mette in gioco tutto sé stesso per offrirti una servizio di primissima scelta, proponendoti piatti sfiziosi e prelibati insieme a un’accoglienza cortese e calorosa, che non mancherà di metterti a tuo agio in men che non si dica.
Il Bastione è il luogo perfetto per ospitare qualsiasi evento, da quelli più formali a quelli più rilassati: potrai incontrare in tutta serenità i tuoi amici o la tua famiglia per passare momenti piacevoli all’insegna di pietanze prelibate.
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La nostra storia
IL BASTION LA BASTISTA A BASTIA DI ROVOLON
La Bastita di Rovolon è ricordata, negli Statuti del Libero comune di Padova, fin dal sec.XII. Faceva parte di un complesso sistema militare a protezione del territorio padovano sulla linea di confine con il comitato vicentino. Da questa parte i colli lasciavano spazio alla pianura, perciò la linea di confine si presentava incerta e non come splendidamente proclamava il famoso motto dell’antico sigillo: “Munson, Mons, Athes,Mare Certos, Dant Mihi Fines”; – Il Musone,I Monti, L’Adige,Il Mare mi danno certi confini.
La – fortezza – ebbe sempre una grande importanza perché posta a difesa della linea di confine tra Padova e Vicenza. Il limite del territorio padovano cominciava a Cervarese ed era difeso da due castelli: quello della Motta prossimo alla Bandezà, e quello di San Martino della Vaneza quasi lungo la riva del Bacchiglione; continuava in territorio di Rovolon con la Bastita e saliva sul monte dove era situato il famoso Castello delle Rocche, di proprietà dei Conti di Padova e poi degli Schinelli. Proseguiva poi con quello della Nina nell’odierna località di Lovertino, con i Castelli di Vò, di Cinto, di Lozzo e di Valbona.
A questo straordinario complesso di fortificazioni si aggiungeva anche uno speciale sistema di sbarramenti idraulici, formato da salti e da chiuse che, incanalando le acque di tutta la zona pedemontana, poteva in caso di invasione nemica, usando l’acqua della fossa Nina e della Bandezà, allagare tutto il territorio, in modo da rallentare la marcia delle armate nemiche e consentire così alle truppe poste a difesa anche nella Bastita di non essere colte di sorpresa e soccorse in tempo.
La Bastita aveva come Governatore il Podestà di Rovolon, che doveva “governare anache la Bastita – così recitavano gli Statuti del Comune di Padova – per legge del 1276, e riceveva un emolumento di lire 75 per semestre” (Cod. Stat. Repub. C.64).
Fu così, che passò alla storia come fortezza, rocca, bastita, bastion, imprendibile e inaccessibile, a cui il comune di Padova assicurava “fanti e cavalieri alla buona guardia”.
Il Godi, storico vicentino, scrive che nel 1189 un gruppo di “predoni, volendo fare razzie nel padovano” furono uccisi alla Bastita di Rovolon. Fu presa, distrutta, e poi ricostruita da Ezzelino II da Romano nel 1256, quando, dopo la presa di Vicenza, si diresse verso Padova e fece “deviare il Bacchiglione a Longare, e ai Covoli di Costozza con molti armati… passò alla Bastita di Rovolon per aggirare il nemico, fu presto a Cervarese, poi voltò a San Martin de la Vaneza…”.
Cinquant’anni dopo nel 1312-16, la Bastita fu “rovinata da Cangrande della Scala”, quando dopo aver occupato Vicenza in breve tempo distrugge e mette “a ferro e fuoco la Villa di Montegalda., poi quella di Cervarese e quindi passa a Rovolon”; nella corsa per occupare Padova.
La rocca, l’imprendibile fortezza non verrà mai più ricostruita.
Nella Carta del Padovano di Francesco Squarcione (1397-1468) la Bastita è situata tra il Castello della Nina, il Castello di San Martino della Vaneza e la confluenza della fossa Martina con la Bandezà; forse si trovava dove oggi sorge la piazza antistante la Chiesa Parrocchiale di Bastia, dove nel 1470, fu costruita la piccola Chiesa dedicata a Santa Maria della Neve.
Fortezza, rocca, bastion, bastita, e poi Bastia è il toponimo che ha dato il nome al Paese, che è parte del territorio del comune di Rovolon.
(A cura di Gianfranco Cenghiaro)